Il fai da te e le sue conseguenze…
Se sei finito nella lettura di questa pagina è perché, con molta probabilità vorresti dei consigli su come fare un investigazione privata “fai da te”. Mi spiace deludere le tue aspettative ma, in questo blog non ci sono consigli per far da soli ciò che prevede una preparazione tecnica, legale ed operativa che può essere acquisita e perfezionata solo con tanti sacrifici ed anni di esperienza – parliamo di professionalità e questa non si può improvvisare.
Molte persone credono che l’investigazione privata sia un’attività semplice da eseguire e che improvvisandosi investigatori privati, con poco tempo e pochi soldi possono risolvere i loro problemi…bene, niente di più sbagliato!
In tantissimi anni di esperienza ho affrontato casi che normalmente avrei eseguito con molta semplicità, diventare assai più complessi e di difficile svolgimento a causa di altri soggetti (altri investigatori, abusivi o comunque persone non competenti) che intervenuti prima di me, hanno fatto gravissimi errori nel loro improvvisarsi detective privati.
Voglio inoltre ricordare a cloro che intendono investigare con il metodo “fai da te”, che la legge vieta qualsiasi attività investigativa non autorizzata e che comunque, dietro alle investigazioni private si celano sempre difficoltà imprevedibili, mille trappole legali e problemi con la privacy:
– seguire ad esempio, il proprio partner durante la propria giornata significa configura il reato di atti persecutori e può dare adito ad un eventuale querela per molestie, interferenze illecite nella vita privata, fino ad arrivare a stalking;
– leggere la corrispondenza del rispettivo coniuge configura la violazione dell’Art. 616 del codice penale, il quale tutela la segretezza della corrispondenza;
– sottrarre il cellulare del partner per leggerne sms e chat o per sbirciare tra i suoi contatti è delitto di rapina (Cassazione (sentenza n. 6265/2017) ed Indebita intrusione della sfera privata altrui;
– intercettare il cellulare di un altra persona configura i reati di interferenze illecite nella vita privata (Art. 615 bis), installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche (Art. 617-bis) , ognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche (Art. 617);
– accedere con inganno nel profilo social del partner, è reato di violazione della corrispondenza e della privacy;
– appostarsi all’esterno di un luogo per fare fotografie o sorvegliare altre persone, configura il reato previsto dall’articolo 660 c.p.
l’investigatore privato: una professione
L’investigatore privato autorizzato dalla Prefettura territoriale, per svolgere investigazioni private, aziendali e per la difesa penale, deve possedere i requisiti morali, professionali e di capacità tecnica previsti dal DM 269/2010.
Per quanto riguarda l’investigatore privato dipendente dell’agenzia investigativa, anch’esso deve possedere i requisiti morali, professionali e di capacità tecnica previsti dal DM 269/2010 e deve attenersi ai limiti operativi previsti dalle norme vigenti.
Il collaboratore investigativo (C.I.I.E collaboratore incarichi investigativi elementari) è una figura professionale importantissima per le indagini ed è subordinato direttamente dal Titolare dell’istituto; di regola devono essere segnalati alla Questura al fine di permettere alla Polizia Amministrativa di verificare che persistono le condizioni di affidabilità previste dalla legge all’art. 11 del TULPS, la stessa comunicazione viene fatta anche per il personale con la qualifica di Investigatore privato Dipendente.
Detto ciò, chi svolge investigazioni FAI DA TE, il più delle volte complica la prorpia situazione e in molti casi, specie quando scoperto dal “target”, commette diversi reati. Si tenga poi in considerazione che, il materiale prodotto da un investigazione abusiva, non può essere in alcun modo utilizzato in tribunale ed in presenza di gravi violazioni della privacy, il Giudice potrebbe anche procedere d’ufficio con denunce e segnalazioni al Garante della Privacy. Ecco perché bisogna rivolgersi ad un professionista del settore.
Per concludere, sappiate che: senza licenza (titolo di Polizia) rilasciato dalla Prefettura, svolgendo attività Investigativa FAI DA TE si può incorrere a denuncia per esercizio abusivo della professione, art 348 cp, violazione della privacy e qualsiasi altro reato che l’Autorità Giudiziaria ravvisa.
Riconoscere i propri limiti
Quando ti rivolgi ad un professionista per un servizio, vuol dire che tu non lo sai fare…
Quando paghi un idraulico per sostituire il tubo della cucina che perde, significa che tu non sei in grado di farlo, lo fa quindi un professionista.
Quando ti rivolgi alla mia agenzia investigativa per affidarmi un incarico, ti stai avvalendo di un team di investigatori privati professionisti, che per vocazione e dedizione svolgono un lavoro che tu non puoi e non sai fare.
Se un commercialista o un avvocato hanno un loro listino prezzi, anche chi svolge la professione d’investigatore privato ne avrà uno, stimato sulla base delle proprie esperienza e competenze tecniche acquisite nel corso della carriera professionale.
La mia parcella è stabilita in considerazione degli anni che ho speso per migliorare le mie strategie investigative, per i sacrifici e il tempo che questa professione sottrae alla mia vita privata e famigliare, per tutti gli aggiornamenti professionali che mi perfezionano e per le ingenti somme che ogni hanno spendo in nuove strumentazioni.
La fiducia è merce rara e va valutata sulla base di fatti e non di parole. Se hai davvero intenzione di risolvere il tuo caso, puoi farlo ora, contattandomi al 3663839069; riceverai una consulenza tecnica e un preventivo di massima.
La cronaca…
Spiava la moglie con una microcamera nel televisore: arrestato per stalking
Torino – I Carabinieri della Stazione di Riva Presso Chieri (Torino), hanno arrestato un uomo accusato di aver spiato per molti mesi la moglie, perseguitandola ed importunandola. A suo carico sono stati presentati diversi capi di accusa tra i quali: interferenza illecita nella vita privata e stalking.
Spia i messaggi della moglie e finisce a processo
Un uomo è stato denunciato per il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico.
Il bassanese di 47 anni, si sarebbe procurato la password per accedere al pc di casa, con cui la moglie si interfacciava sui social.
Scoperto l’infedeltà, nei mesi successivi, l’uomo avrebbe utilizzato alcuni messaggi di whatsapp in tribunale, nella causa di separazione, per comprovare il tradimento ed addebitare la colpa del fallimento matrimoniale alla moglie; il Giudice invece gli ha rifilato il ben servito; non ha accolto la “prova” e lo ha denunciato alla Procura della Repubblica.
Mette una software spia su cellulare della moglie, condannato marito
La Cassazione ha condannato il Sig. Antonio V., 57 anni, per violato l’art. 617 bis del codice penale, installando nel cellulare della rispettiva moglie, Luisa M., uno software spia atto ad intercettarne le comunicazioni telefoniche. Inutile le arringhe della difesa.
Spiava i dipendenti di alcune aziende: arrestato con il complice
Così alcuni ex dipendenti del Ministero della Difesa, sono stai tratti in arresto.