Il Lavoro di un investigatore privato diventa essenziale quando si ha la necessità di investigare, accertare e scoprire la verità su fatti e circostanze che hanno insinuato nel cliente, un ragionevole dubbio.
Dubbi che possono riguardare:
- l’ambito privato (indagini per accertare l’infedeltà coniugale, la sostituzione di persona, la convivenza moreuxorio, la violazione dei doveri previsti dall’art. 143 del codice civile, lo stalking, ecc.);
- l’ambito lavorativo (indagini aziendali, concorrenza sleale, falsa malattia, abuso dei permessi legge 104, contraffazione marchi e brevetti, ecc.);
- l’ambito penale (indagini difensive, richiesta di documenti alla .PA., sopralluoghi , appostamenti e pedinamenti per individuare test e prove documentali, accertamenti tecnici di vario genere, colloqui non documentali, ecc.
Faccio una premessa: quando si decide di affidarsi ad un investigatore privato, prima di esporre le proprie richieste ad un perfetto sconosciuto, è imprescindibile assicurarsi che questo sia regolarmente autorizzato dalla Prefettura di competenza, che abbia una sede legale, una partita iva, un’iscrizione in camera di commercio e soprattutto, che sia in possesso dell’esperienza necessaria per affrontare in modo professionale l’indagine.
Dico questo perché di norma, le prove raccolte dall’investigatore privato possono essere utilizzate in sede giudiziaria, sia nel contesto di un procedimento penale che civile, ed avvalersi ad esempio, di una persona alle prime armi o peggio ancora di un abusivo, potrebbe compromettere irrimediabilmente l’indagine e rendere eventualmente inutilizzabili, le prove raccolte.
L’investigatore privato a Roma: Come “funziona”?
In qualità d’investigatore privato, agisco esclusivamente per conto del mio cliente il quale a seguito di un mandato di incarico, mi autorizza a svolgere investigazioni per suo conto al fine di procurare prove inconfutabili per difendere un proprio diritto in sede legale o per perseguire un legittimo Interesse.
Il Mandato di incarico (o mandato investigativo) è un contratto che il cliente stipula con il professionista per stabilire:
- i parametri economici concordati;
- gli obiettivi investigativi da perseguire (oggetto dell’incarico);
- il periodo in cui verrano eseguite le indagini (orari e giorni);
- il diritto che si intende esercitare e per cui si richiedono quelle specifiche indagini;
- Come verranno trattati i dati personali dopo il consenso.
Senza la sottoscrizione del mandato d’incarico, nessun investigatore privato può in alcun modo svolgere indagini.
Se un investigatore privato non vi propone la firma del mandato investigativo e quindi non vi fornisce l’informativa per il consenso e il trattamento dei dati personali, commette diversi reati e quindi, sappiate già che state partendo con il piede sbagliato!
Cosa fa l’investigatore privato e quali sono le prove che può procurarsi?
Per 80% dei casi, la mia attività consiste nello svolgere indagini così dette “atipiche” (ovvero attività investigative non normate dal codice di procedura penale) al fine di reperire prove che possono avvantaggiare il mio cliente ed il lavoro dei propri avvocati.
Attraverso la raccolta e la ricerca di informazioni, pedinamenti, sopralluoghi ed appostamenti, ho la possibilità di recuperare prove, documenti e testimonianze, producendo anche foto e video di quanto accertato durante lo svolgimento dell’indagine.
È bene sapere che, l’attività investigativa svolta da un investigatore privato deve essere sempre e comunque condotta nel pieno rispetto del codice civile e penale e del codice deontologico emanato dal Garante della Privacy; quindi non possono in alcun modo:
- procurare documentazioni violando banche dati riservate;
- svolgere intercettazioni ambientali;
- svolgere intercettazioni telefoniche;
- procurare tabulati telefonici;
- produrre chat o messaggistiche di Facebook e Whatsapp, ed alti social;
- falsare la mia identità per adescare o trarre in inganno le persone investigate.
É bene precisare che il lavoro dell’investigatore privato è normato dal codice Civile e dal D.M. 269/2010. (per quanto riguarda le indagini difensive, dal codice Penale).
Per fare una breve sintesi di come svolgo il mio lavoro d’investigatore privato è necessario considerare diversi fattori:
- devo assicurare massima riservatezza e tutela dei dati in principio di Accountability;
- devo agire senza destare sospetti o comunque turbare la privacy e la sfera privata delle persone investigate;
- devo perseguire solamente l’oggetto del mandato investigativo che mi viene conferito;
- devo procurarmi in modo lecito, tutte le prove necessarie per raggiungere gli obbiettivi posti in essere nel mio incarico.
Per far ciò, suddivido le mie indagini in momenti differenti; da prima, effettuo i sopralluoghi necessari per organizzare le indagini operative, poi lavoro per raccogliere indizi ed informazioni utili alla pianificazione della migliore strategia investigativa da adottare e quindi per agevolare lo svolgimento degli eventuali appostamenti e pedinamenti.
La fase operativa è molto importante perché serve necessariamente a reperire le prove che inseguito potranno essere utilizzate in tribunale o comunque a convincere il mio cliente delle proprie ragioni.
Sebbene la tecnologia ha agevolato di molto il lavoro dell’investigatore privato, durante le mie attività investigative, dovrò contare sulle mie capacità – il buon esito dell’indagini dipendono anche dalle mie esperienze professionali passate, dallo studio, dalla ricerca e dalle competenze che ho maturato durante la mia carriera professionale.
Grazie all’utilizzo dei dispositivi GPS, autorizzati dal D.L.269/2010, in qualità di investigatore privato, posso svolgere lunghi pedinamenti senza essere mai scoperto ed agire quindi con la massima discrezione.
Il pedinamento e gli appostamenti messi in essere dall’investigatore privato, servono principalmente a procurare prove video e fotografiche; personalmente prediligo acquisire prove fotografiche perché queste, sono facilmente spendibili nel contesto di qualsivoglia processo ed in primis, possono essere viste dal Giudice senza dover richiedere gli appositi device di cui, nessun tribunale civile dispone… per farla breve – difficilmente un Giudice perderà tempo per visionare, ad esempio, le prove video di un tradimento o di una attività lavorativa non dichiarata, svolta dal coniuge assegnatario del mantenimento.
Concluse le indagini, mi accingerò a redigere una relazione tecnica che servirà al mio cliente per far valere o difendere il proprio diritto in sede giudiziale. Il report investigativo è l’ultimo step dell’indagine, la parte più importante e delicata di tutte le attività investigative. Se la relazione tecnica viene fatta in maniera superficiale o inappropriata, il documento potrebbe compromettere l’utilizzo delle prove acquisite e causarmi non pochi problemi legali.
Per non commettere errori è sono solito seguire questa linea guida:
- trovare i termini legali di riferimento;
- scegliere la procedura da adottare per lo sviluppo della relazione;
- comprendere quali siano le informazioni pertinenti e non eccedenti, da inserire nel report;
- scegliere la struttura del documento;
- redigere più di una bozza;
- inserire gli allegati fotografici e le prove raccolte durante le indagi.
La relazione investigativa deve essere scritta con consapevolezza e conoscenza della legge – scrivere o allegare in questo documento ciò che potrebbe essere contestato o peggio ancora, giudicato “illegale” è estremamente pericoloso perché si rischiano denunce di ogni genere. Per quanto mi riguarda, impiego diversi giorni per scrivere in modo chiaro e dettagliato le mie relazioni tecniche, questo perché riportare ad esempio fatti non pertinenti all’oggetto dell’indagine, affermazioni o pareri personali, potrebbe rivelarsi inutile e controproducente per il cliente, ed in alcuni casi, attivare importanti sanzioni disciplinari che possono creare all’investigatore privato seri problemi.
Se vuoi maggiori informazioni circa la mia attività o un parere professionale, puoi contattami liberamente al 3663839069.